Verifica negativa per Cappellacci, giunta e Pdl. Ora un rimpasto politico?

da La Nuova Sardegna 4 giugno 2010

di Filippo Peretti

CAGLIARI. La partita delle Province sarà decisa dai tre ballottaggi, ma la verifica del voto c’è già stata ed è stata impietosa per il Pdl e per la giunta Cappellacci. Il feeling del 2009 non c’è più e nel centrodestra c’è chi torna a chiedere il rafforzamento «politico» del governo regionale.

Il crollo e la verifica politica. Nel centrodestra ha aumentato in voti solo il Psd’Az, tutti gli altri partiti hanno perso rispetto alle regionali dell’anno scorso, ma mentre i centristi hanno sostanzialmente tenuto percentuali accettabili (grazie all’astensionismo record), il Pdl è crollato: scendendo da 248mila voti ad appena 131 mila. Era al 30 per cento, ora è al 16, secondo partito dopo un Pd che cala dal 24 al 20 per cento. Le elezioni amministrative erano un test non solo sui partiti ma anche sulla giunta Cappellacci e il test non è stato certamente positivo. Aggravato dal fatto che il presidente ha scelto di non partecipare alla campagna elettorale a causa dell’inchiesta giudiziaria che lo coinvolge.

Il dissenso riprende fiato. In questa situazione lo scontro nel Pdl, in corso da più di un anno, potrebbe aggravarsi. Uno dei dissidenti, Fedele Sanciu, è ora a capo della Provincia di Olbia, ma nel frattempo è esploso il caso di un altro senatore, il cagliaritano Piergiorgio Massidda a Cagliari e il deputato Mauro Pili è costantemente all’attacco di Cappellacci. Le critiche di Beppe Pisanu non si sono fermate e da qualche tempo è in posizione defilata anche Romano Comincioli, che non deve aver gradito il rapporto privilegiato tra il governatore e Denis Verdini, anch’egli coinvolto nell’inchiesta sull’eolico. Senza contare che la divisione nel gruppo in Consiglio regionale non è stata risolta e che anzi uno dei leader del dissenso, Ignazio Artizzu, è da pochi giorni il coordinatore sardo della corrente di Gianfranco Fini.

Il presidente vuole smarcarsi. Sinora i dissidenti del Pdl, più che Cappellacci, hanno sempre preso di mira il vertice del partito: dal coordinatore Mariano Delogu al capogruppo Mario Diana alla presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, che è vice di Delogu. Secondo i dissidenti, sono loro ad aver imposto il «cagliaricentrismo» della giunta: posti di potere al Pdl nel centro-sud dell’isola, spazio agli alleati nel centro-nord. Il caso di Fedele Sanciu sembra dimostrare che il dialogo interno e il recupero dei dissidenti sono vincenti. Ci sarà un allargamento dei rapporti di Cappellacci alle aree interne che nell’isola fanno riferimento a Beppe Pisanu e Romano Comincioli? Sono interrogativi decisivi per Cappellacci. Segnali positivi gli sono arrivati. Ad esempio, Pisanu ha deciso di non partecipare a Cagliari alla campagna di Massidda contro il candidato ufficiale del Pdl, Giuseppe Farris.

La giunta politicamente debole. Di fronte ai numerosi conflitti da risolvere, Cappellacci non è certo aiutato dalla sua giunta. Il solo che sta reggendo la baracca è l’assessore al Bilancio, Giorgio La Spisa, per il resto ordinaria amministrazione più o meno efficiente e niente più. Sono in molti nella maggioranza a pensare che il presidente non possa andare avanti a lungo così.

Cappellacci pensa al rimpastone. Secondo indiscrezioni, il governatore vorrebbe rafforzare la giunta in più settori e, inoltre, vorrebbe darle più peso politico. Sarebbe però sempre dell’idea di confermare l’incompatibilità assessore-consigliere, mentre alcuni partiti (ad esempio i centristi) gli suggeriscono di mettere al governo i migliori e i più esperti tra i consiglieri anche per costruire un rapporto più solido con l’assemblea. E per proiettare la giunta nel territorio (e finalmente in tutti i territori). Contro l’ingresso di consiglieri in giunta ci sarebbero il vertice del Pdl (partito e gruppo).

Gli alleati concedono una tregua. Prima delle elezioni amministrative, prevedendo un risultato non positivo per la coalizione, diversi alleati pronosticavano l’apertura di uno scontro alla Regione. Il fatto che a perdere voti sia stato di fatto solo il Pdl ha tranquillizzato centristi e sardisti, i quali, di fronte alle difficoltà oggettive del momento, ad esempio l’inchiesta giudiziaria sull’eolico, starebbero pensando di non forzare sulla resa dei conti. Tutti sostengono l’esigenza di un rimpasto e di un aggiornamento del programma, ma senza far precipitare la situazione.

La solidarietà al presidente. Non è certo un caso che martedì, il giorno dopo le elezioni, tutti gli alleati si siano stretti attorno a Cappellacci nell’aula del Consiglio regionale. Sardisti e centristi, soddisfatti del risultato elettorale, non hanno interesse a rompere il giocattolo. E c’è anche da considerare che l’appoggio unitario del centrodestra al presidente è stato favorito anche dall’offensiva del centrosinistra sull’inchiesta giudiziaria sull’eolico. Lo show e l’abbandono dell’aula hanno ricompattato la maggioranza proprio nel momento di maggiore debolezza per la posizione scomoda di Cappellacci e per la crisi del Pdl.

Il vertice del Pdl getta acqua sul fuoco. Il coordinatore del Pdl, Mariano Delogu, smentisce che il risultato del suo partito sia stato negativo. E non è allarmante il crollo dei voti dalle elezioni regionali 2009 (248mila) alle provinciali 2010 (131mila) che hanno la stessa base elettorale, cioé tutti gli elettori sardi? «A scuola - dice Delogu - mi hanno insegnato che non si possono sottrarre gli asini dalle pecore. Gli elettori sono gli stessi ma le elezioni sono diverse, bisogna quindi fare riferimento alle provinciali di cinque anni fa. E allora scopriamo che stavolta abbiamo già conquistato una Provincia in più, la Gallura oltre Oristano, e che abbiamo strappato Quartu al centrosinistra. Tutto questo con candidati Pdl. E con i voti, rispetto al 2005, più o meno siamo lì». Non è stato neanche un giudizio negativo su Cappellacci e la sua giunta? «Ma per carità - taglia corto Delogu - non c’entrano nulla». Soddisfatto, quindi? «Non c’è da essere entusiasti ma neanche da stracciarsi le vesti. Ora vedremo i ballottaggi e poi faremo un bilancio». E il fatto che 131mila elettori del Pdl non abbiano votato? «Non è una decisione politica - risponde Delogu - ma dipende solo dal fatto che alla gente delle Province non gliene frega niente».

Una verifica politica alle porte. Rimpasto o no, una verifica politica e programmatica ci sarà subito dopo i ballottaggi. Perché tutti gli alleati concordano sull’esigenza di rafforzare e rilanciare l’azione di governo. La situazione economica rischia di aggravarsi nell’isola nei prossimi mesi e occorrere pensare a nuove contromisure.

Domani vertice sulla crisi finanziaria. Il primo atto della ripresa del confronto interno sarà celebrato domani pomeriggio alle 16. Per quell’ora Cappellacci ha convocato in presidenza i leaderi dei partiti e dei gruppi di maggioranza più l’assessore La Spisa e il presidente della commissione Bilancio, Paolo Maninchedda. Si parlerà della crisi finanziaria dello Stato e della Regione. La Spisa ha suggerito l’idea di una manovra correttiva anche in Sardegna. Cappellacci vuole discuterne con tutti e con urgenza: la situazione, evidentemente, si sta facendo critica. Un confronto politico preliminare potrebbe essere l’occasione per riparlare della giunta. Perché una manovra correttiva che impone sacrifici in una fase di recessione e di disoccupazione dilagante, non può essere affrontata con un governo debole.