Regione, le cinque M del potere

da La Nuova Sardegna
11 marzo 2009

di Filippo Peretti

CAGLIARI. Nello sforzo di distinguersi da Renato Soru e dal suo metodo un po’ troppo solitario di governare, Ugo Cappellacci ha sin dal primo momento garantito la più ampia concertazione politica e sindacale. Ma nel formare la giunta forse ha un tantino esagerato in aperture: non solo ha messo attorno allo stesso tavolo le classiche «tre M» del potere che conta (cioé Mattone, Medici e Massoneria) ma ne ha voluto aggiungere altre due che, quanto a influenza, non sono certo da meno: Media e Monsignore. Per cui ora il neo presidente si trova a gestire undici assessori che presi tutti insieme potranno anche non sembrare uno squadrone, ma che singolarmente, almeno per una buona metà, sanno come e perché si tiene il bastone del comando.

Nella foto di gruppo il primo uomo di potere, nel senso che lo conosce bene, è proprio il governatore. Per intenderci, Silvio Berlusconi non l’ha scelto solo per il sorriso. Nel robusto studio di commercialista del padre e ora suo e dei fratelli, Ugo Cappellacci deve aver imparato a stare a proprio agio negli ambienti che contano. E per formare la giunta ha sfruttato vecchi e nuovi rapporti di affidabilità rimettendo insieme le famiglie (non solo economiche e politiche) che esercitano da sempre un peso forte negli affari pubblici e privati. Non è un caso, quindi, che il nuovo governo regionale sia Cagliaricentrico: infatti la politica che ha dominato a lungo con i tanti presidenti sassaresi e nuoresi è quasi scomparsa da almeno due decenni e in campo con l’andar del tempo sono rimasti solo i soldi che, tradizionalmente, fruttano soprattutto nel capoluogo isolano.

Rappresentante di questo mondo che supera ogni stagione è indubbiamente Ketty Corona, la neo assessora agli Affari generali: stesso incarico del padre, Armandino Corona, nel 1978, prima che diventasse presidente del Consiglio regionale e gran maestro della massoneria. All’epoca Ketty Corona collaborava col padre, lo aiutava a tenere i contatti nella sanità e nell’industria del cemento, che erano le principali attività della famiglia. Poi si è messa in proprio, come nella costruzione delle città mercato, incontrando un altro imprenditore poi diventato potente nel settore immobiliare, Sergio Zuncheddu, oggi anche editore dell’Unione Sarda e di Videolina e, secondo quanto si dice negli ambienti politici, suo principale sponsor per l’ingresso in giunta: deve avere qualche voce in capitolo se Berlusconi lo voleva candidare alla presidenza prima del lancio di Cappellacci. Ketty Corona ha collaborato con l’editoriale di Zuncheddu, non solo per una rubrica di ricette, ma soprattutto per i libri in supplemento. E’ la nomina che ha fatto più scalpore. Il fratello Giorgio Corona, medico ed ex consigliere di Forza Italia, era ieri in sala giunta, forse a sottolineare che un ramo della famiglia è rimasto unito.

E ha fatto scalpore anche la scelta di Lucia Baire (Cultura), l’ingegnere della sovrintendenza che ha organizzato il viaggio del Papa in Sardegna, incarico che le era stato attribuito dall’arcivescovo monsignor Giuseppe Mani, pare su suggerimento della Curia romana. E’ una verità che la Baire sia stata uno dei pochissimi assessori mai messi in discussione nelle trattative, è una verità che Silvio Berlusconi sia stato protagonista in occasione della visita di Benedetto XVI a Cagliari e che poi sia stato poi ricevuto dai vescovi sardi in campagna elettorale.

Un legame solido, dunque. Ma non esclusivo. Perché Giorgio La Spisa, potente assessore al Bilancio e all’Industria, politico di razza, rappresenta bene il mondo cattolico cagliaritano, soprattutto la parte movimentista di Comunione e liberazione.
Legami stretti con la sanità ha anche il neo assessore Antonello Liori, medico, uomo duro e puro di An, che si candida al ruolo di guastafeste nel rapporto che fu della ex Dc e della massoneria coroniana e che è stato tranfuso da Forza Italia. Su Cappellacci il non agevole compito di mediare.

Il governatore avrà forse vita più facile nel campo del mattone, dove Gabriele Asunis, sino a ieri direttore dell’assessorato all’Urbanistica, è un superesperto non solo di norme ma anche di conoscenze. Talmente capace da essere stato assessore tecnico con la destra di Italo Masala e poi rimesso in sella da Renato Soru e Gian Valerio Sanna come dirigente. Ora dovrà gestire proprio le modifiche del Piano paesaggistico, secondo le nuove direttive, questa volta berlusconiane.

E Sassari? In crisi politica sta quasi a guardare. Ha solo due nomi in giunta. Liliana Lorettu, che rappresenta forse la nomina più sorprendente: una psichiatra che debutta in politica ai Trasporti. Pare sia stata indicata direttamente dal segretario regionale dell’Udc Giorgio Oppi, forse per la sua disponibilità a lasciare l’incarico non appena dovesse saltare la norma sull’incompatibilità: a quel punto sarebbero i consiglieri a voler diventare assessori.

Anche Andrea Prato, brillante imprenditore agricolo, è una sorpresa, ma forse non in extremis: in campagna elettorale il ministro leghista dell’Agricoltura Luca Zaia, amico da tempo, ha visitato proprio la sua azienda. Forse per prenotare il posto per lui. E Cappellacci, che non a caso dopo l’elezione volò da Roberto Calderoli, ha tenuto bloccato proprio quell’assessorato sino alla fine della trattativa. Per l’ultima novità: attorno al tavolo del potere sardo ora si siede anche la Lega.