Il Papa a Cagliari: "Un nuovo impegno dei cattolici in politica"

"Il mondo del lavoro, dell'economia,
della politica necessita di una
nuova generazione di laici cristiani
impegnati, capaci di cercare con
competenza e rigore morale
soluzioni di sviluppo sostenibile"

Benedetto XVI, 7 settembre 2008, Cagliari



di Filippo Peretti

CAGLIARI. In un bagno di folla con 150 mila sardi che è già entrato nella storia dell'isola Benedetto XVI ha colto tutti di sorpresa. Non si è limitato a rinnovare con parole toccanti e persino in limba la fede nella Madonna di Bonaria, ma è andato oltre i temi più strettamente religiosi invitando i cattolici a impegnarsi
in modo diretto sui problemi sociali: per far nascere, a partire dalla politica, una "nuova generazione" pubblica fondata sulla competenza e sul rigore morale.

Per evitare equivoci sulle presunte interferenze della Chiesa nella vita pubblica italiana, il Papa è stato esplicito: nel pronunciare in mattinata l'omelia sul sagrato della Basilica cagliaritana ha rivolto l'appello ai "laici cristiani". E
poi, soprattutto nell'incontro con i giovani che nel pomeriggio hanno affollato il largo Carlo Felice con un entusiasmo almeno pari a quello per l'evento del 1985 con Giovanni Paolo II, ha rimarcato con forza la valenza etica degli argomenti a lui più cari.

La sfida al relativismo, ha detto in sostanza il Pontefice, ha bisogno del coraggio e dell'azione di tutti. E la Cagliari cattolica, o meglio, la Sardegna cattolica è stata come invasa da un clima festoso di partecipazione vera, dall'esplodere dalla voglia di farsi sentire, di rialzare la testa. Il Papa ha evidentemente toccato tasti sensibili. Un po' come nel dialogo con le altre religioni: nessuna voglia di esclusiva, ma il diritto-dovere di difendere le proprie ragioni. Un po' come per il rapporto tra la Chiesa e l'Europa: il Papa ha rivendicato le radici cristiane della Sardegna, radici fondate - ha spiegato - nel sangue dei primi martiri e poi nutrite da secolari testimonianze che hanno consentito all'identità sarda di risorgere dopo ogni dominazione.

L'invito di Benedetto XVI ai "laici cristiani" è arrivato durante le invocazioni alla Madonna. Maria, ha detto, "vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell'economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile".

Una frase destinata a riaprire il dibattito sul ruolo della Chiesa e dei cattolici nella società. Anche perché è stata pronunciata davanti a leader della politica nazionale e sarda quali Silvio Berlusconi e Renato Soru, seduti uno a fianco all'altro nella fila delle autorità subito dietro i vescovi concelebranti. E davanti al sindaco di Cagliari, Emilio Floris, possibile candidato alle elezioni regionali nel 2009, che forse non a caso gli ha portato il saluto a nome dell'"intera
Sardegna".

Sul sagrato il Papa ha elencato i temi sociali più urgenti sui cui impegnarsi:
dalla difesa della famiglia tradizionale all'educazione dei figli, dall'assistenza agli anziani e ai sofferenti, dalla ricerca di nuove occasioni di lavoro per i disoccupati.

Nel pomeriggio, parlando ai giovani, il Pontefice è stato più esplicito. Schierandosi apertamente contro il precariato. "Meglio - ha detto - che manchi il pane piuttosto che la giustizia", perché "un uomo può sopportare e superare i morsi della fame, ma non può vivere laddove giustizia e verità sono bandite}. E ha aggiunto: "Il pane materiale non basta, non è sufficiente per vivere umanamente in modo pieno; occorre un altro cibo del quale essere sempre affamati, del quale utrirsi per la propria crescita personale e per quella della famiglia e della
società".
E ha parlato, come "piaghe", della disoccupazione, dell'emigrazione. Ed è ritornato sul tema della famiglia, ma da un altro punto di vista, quello della formazione. La famiglia e l'amore, vanno coltivati. Ed è sembrato riallacciarsi alla frase sull'impegno dei "laici cristiani" nella vita pubblica: le nuove generazioni devono formarsi, ha detto, su modelli etici.

Le alte parole del Papa e il suo invito esplicito al rinnovamento hanno fatto passare in secondo piano, ridimensionandole e facendole rapidamente invecchiare, le concorrenze preelettorali tra i big politici dei grandi schieramenti che hanno assistito all'evento sul sagrato. Dal tentativo di Berlusconi di sfruttare la giornata per un personale bagno di folla con il mondo cattolico, al recupero
di Renato Soru, che si è ritagliato uno spazio con un incontro riservato con il Santo
Padre ma che è stato poi fischiato dai giovani quando il Papa, recuperando una gaffe
per averlo trascurato a Bonaria, lo ha pubblicamente ringraziato e elogiato. Insomma,
il Papa sembra aver interpretato l'esigenza diffusa di una politica non più politicante ma più giusta e meno gridata.

(da La Nuova Sardegna, 8 settembre 2008)