Dopo voto, Cappellacci azzera la giunta

Prima immediata conseguenza delle elezioni nazionali: Ugo Cappellacci ha deciso di azzerare la giunta regionale per fare una rapida verifica politica con gli alleati e nominare subito una nuova squadra che affronti con convinzione l’ultimo anno di legislatura.
Nell’annunciare la sua contromossa ieri agli assessori durante la consueta riunione settimanale, il governatore non è apparso preoccupato dal boom di Grillo, anzi ha lasciato intendere di essere ottimista. Convinto di poter essere ricandidato dalla coalizione di centrodestra e di poter rivincere, la sua idea è quella di nominare dodici assessori disposti a battersi allo stremo per realizzare un programma fortemente innovativo e che, sul piano delle riforme e della lotta agli sprechi, tolga argomenti ai grillini.
Già lunedì pomeriggio, quando lo spoglio delle schede non era ancora terminato, Cappellacci aveva fatto notare che, rispetto alle disastrose previsioni di qualche mese fa, le elezioni non sono poi andate così male al centrodestra sardo. E aveva fatto notare che la somma dei risultati dei singoli partiti rappresentanti in giunta (compresi Udc, Riformatori e Psd’Az , che si erano presentati fuori dal centrodestra) ha superato il 34 per cento, mentre la somma delle sigle delle opposizioni (Pdl, Sel e Cd più Ingroia) ha avuto meno del 32 per cento. Il dato più incoraggiante Cappellacci lo ha avuto principalmente dal crollo dell’Udc che si era spostato con Monti. Non si dimentichi che l’Udc è il partito che nel 2009, schierandosi con il Pdl mentre a Roma era all’opposizione di Berlusconi, era stato decisivo per la vittoria di Cappellacci.
Già ieri il segretario dell’Udc Giorgio Oppi aveva auspicato una rapida verifica e un rimpasto di giunta per ripartire verso le elezioni regionali. La sua idea, in sintonia con il coordinatore del Pdl Settimo Nizzi, era probabilmente quella di licenziare dal Bilancio Giorgio La Spisa (passato senza fortuna con Monti e ora dimissionario) e Antonello Liori dal Lavoro (candidato e non eletto da Fratelli d’Italia). Nizzi aveva chiesto anche la testa di Sergio Milia («via tutti coloro che si sono schierati contro Cappellacci») ma difficilmente l’Udc accetterà dei veti.
Il pessimo risultato dell’Udc, quasi una scomparsa, starebbe spingendo Oppi a rendere autonomo il partito nell’isola: la rottura con Casini sarebbe già definitiva.
Ieri nella seduta di giunta Cappellacci non si è sbilanciato più di tanto sulle prospettive. Ha annunciato l’azzeramento dell’esecutivo (è la seconda che lo fa, la prima nel 2010), un’ultima riunione per venerdì per approvare le pratiche urgenti e poi l’avvio del rimpasto. Ha fatto capire che porrà questa condizione: in squadra solo fedelissimi nell’attuazione del programma e della linea politica. Quanto ai partiti ha detto che dovrà esserci un chiarimento anche sulla strategia. In poche parole: dentro chi sarà d’accordo sulla sua ricandidatura.
Cappellacci si è detto sicuro di poter vincere. Alle elezioni regionali hanno un grandissimo peso non solo i leader ma anche i singoli candidati. Basta guardare cosa è successo ieri nel Lazio e nella Lombardia: sono tornati i voti ai partiti e Grillo si è fortemente ridimensionato.
Se c’è l’intesa con Oppi (che ormai non sembra più interessato ad attendere aperture dal centrosinistra), a Cappellacci manca ancora l’adesione dei Riformatori, che, passati con Monti, ora sono nuovamente critici dopo il voto di ieri sulla proroga delle Province.
Il Psd’Az (il cui 2,5 per cento rappresenta uno zoccolo duro importante in vista delle regionali) è in posizione di attesa, Ieri il capogruppo Giacomo Sanna, annunciando che non si ricandiderà, ha detto che i sardisti «si sono confrontati in una lotta impari con gli schieramenti italiani di centrodestra e centrosinistra, il risultato è un segno di resistenza e di non rassegnazione». E’ «il primo mattone di una strategia che mette il Psd’Az alla guida dei sardi che vogliono mettere al primo posto gli interessi dell’isola». Sarà la verifica a decidere se i 4 Mori resteranno in giunta o no. Senza i Riformatori, diventerebbero indispensabili per Cappellacci.
da La Nuova Sardegna del 27 febbraio 2013